L’auto fantasma

Del panorama automobilistico italiano nel  secondo dopo guerra avevamo già parlato prendendo in esame la storia della BBC, che vedeva riuniti la Beretta la Benelli e l’imprenditore Castelbarco. Ebbene in quel periodo, quest’ultima non fu l’unica a proporre una tipologia di vettura semplice e a poco prezzo, in grado di motorizzare il paese; un’idea molto simile arrivò dall’A.L.C.A. ovvero Anonima Lombarda Cabotaggio Aereo, con sede a Milano e filiale a Roma, che durante il periodo bellico costruiva carlinghe per aeroplani. Nel Marzo 1947, proprio nella capitale, la società presentò alla stampa una simpatica microvettura a due posti decappottabile, la Volpe, caratterizzata da una linea simpatica e tondeggiante, lunga 2 metri e mezzo, larga poco più di uno e con un peso di soli 135 kg: a vederla sembrava più un giocattolo, che un veicolo da trasporto. Sotto l’aspetto quasi fumettistico della piccola auto, che adottava pneumatici da 8 pollici, si celavano interessanti soluzioni tecniche, frutto della collaborazione con Gioacchino Colombo (1903 – 1988), progettista dell’Alfa Romeo 158, che proprio all’epoca stava per entrare nella neonata Ferrari, e che fu allievo di un altro grande personaggio del panorama automobilistico italiano, ossia Vittorio Jano (1891 – 1965). Il motore era un bicilindrico due tempi da 124 CC con potenza di 6 CV a 5500 giri e sistema di raffreddamento ad aria forzata, collocato posteriormente, che le consentiva una velocità massima dichiarata di 75 Km/h. Il cambio con leva al volante e preselettore era a quattro marce con retromarcia, mentre i freni erano a tamburo.

Il progetto di A.L.C.A. si presentò fin da subito ambizioso e numerosi furono gli slogan che accompagnarono l’inizio della commercializzazione della Volpe, per la quale venne coinvolto anche l’attore e comico Erminio Macario, scelto come testimonial della vettura. Secondo i piani dell’azienda la Volpe doveva essere venduta anche in Portogallo, Marocco e America Latina, oltre che in Spagna, dove venne siglato un accordo con la Gemicar Internacional Auto S.L. di Madrid, che portò alla nascita della Hispano Volpe. Sempre rimanendo in tema di marketing in occasione delle Mille Miglia di quell’anno vennero iscritte cinque vetture, tre di queste  equipaggiate con motore turbocompresso, e modificate nella linea con parabrezza aerodinamico e coda senza capote dotata di poggiatesta incorporato. Da qui cominciò a vacillare la credibilità della A.L.C.A., infatti alla griglia di partenza nessuna Volpe si presentò. Questo fatto, assieme alla mancata consegna delle vetture ordinate, per un totale di circa 300.000.000 di Lire, portò l’azienda milanese ad essere indagata per bancarotta fraudolenta nel 1948. Ovviamente anche in Spagna nessuna Volpe arrivò mai e anche alla Gemicar toccò la stessa sorte dell’azienda italiana.

Qui finisce la storia di Volpe, con qualche esemplare preserie costruito all’epoca (circa una decina), di cui ancora meno sono arrivati ai giorni nostri, e sono appartenenti a collezioni private, tra cui quella di Corrado Lopresto e musei, tra questi il Taruffi di Bagnoregio (VT).

Malgrado la piccola A.L.C.A. sia associata ad una truffa, rimane un esempio interessante di vettura, che ha anticipato di quasi dieci anni il fenomeno delle Bubble Car, le cui più importanti protagoniste sono state la Iso Isetta e la Messerschmitt, e data la bontà del progetto, dispiace che questo interessante veicolo sia stato utilizzato solo per un imbroglio, piuttosto che per le sue qualità.

Copyright © Storie di Vecchie Auto. All rights reserved.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: