La storia del marchio Monteverdi è legata all’ingegno e alla passione di Peter Monteverdi (7 Giugno 1934 – 4 Luglio 1998), che fin dall’infanzia visse tra le auto, prima nel garage del padre a Basilea, infine divenendo importatore della Ferrari per la Svizzera. Fu proprio dall’esperienza maturata negli anni, che un allora poco più che trentenne Monteverdi, decise di iniziare la sua avventura come costruttore artigianale di auto.
Sostenuto da una clientela fidelizzata, che voleva un’auto in grado di combinare il confort di una Mercedes e le prestazioni di una Ferrari, il giovane imprenditore presentò nel 1967 il primo modello, chiamato High Speed 375 S, con carrozzeria coupé 2 posti disegnata da Pietro Frua. Nel 1969, iniziò la collaborazione con il carrozziere italiano Fissore, al quale venne affidata la produzione delle scocche, che venivano inviate successivamente, a Binningen, vicino Basilea, per il l’assemblaggio finale. Nel corso della sua attività produttiva, la piccola casa svizzera produsse anche un SUV, il Safari.
Sviluppato sulla meccanica dell’International Harvester Scout, venne presentato ed entrò in produzione nel 1976. La carrozzeria, disegnata dalla Fissore e sempre prodotta in Italia, aveva un aspetto elegante e squadrato con ampia superficie vetrata, che poco o niente lasciava immaginare la stretta parentela con il fuoristrada Made in USA. Le finiture curate, i materiali pregiati e gli alzacristalli elettrici, facevano il resto, rendendo l’auto ancora più esclusiva. Nel 1978 il Safari, venne affiancato dal modello Sahara, sviluppato sempre sulla piattaforma dello Scout, quest’ultimo però ne manteneva anche la carrozzeria, con poche differenze, venendo di fatto considerato una versione semplificata e dal prezzo più accessibile del Safari, di cui, nel 1979, vide la luce una versione a passo lungo e 5 porte, rimasta però, a livello di prototipo e realizzata in un’unico esemplare, tutt’oggi visibile al museo della casa.
Per ciò che concerne, la trazione era sulle ruote posteriori, con le quattro ruote motrici inseribili. Il cambio era un manuale a quattro rapporti o automatico a tre, abbinato ad un motore V8 da 5,7 litri della International Harvester da 156 CV per una velocità massima di 180 km/h per la versione manuale e 170 km/h per l’automatica. Poco dopo venne introdotto anche un motore V8 da 7,2 Litri della Chrysler da 301 CV e 200 Km/h di velocità massima, disponibile con cambio automatico a tre velocità. Mentre il modello Sahara, nei tre anni di produzione (1978 – 1980), montò esclusivamente il 5,7 Litri con cambio manuale e automatico, oltre che, per un solo anno (1979), un propulsore Diesel da 3,3 Litri da 89 CV e 145 Km/h di velocità massima.
Sia il Safari che il Sahara uscirono di produzione nel 1980, in concomitanza con il pensionamento dell’International Scout. Per quanto riguarda il marchio Monteverdi, continuò la sua attività fino al 1984. Successivamente il piccolo stabilimento venne convertito in museo, ancor oggi esistente e visitabile, dove sono esposti tutti i modelli prodotti nei quasi venti anni di attività del marchio (Clicca QUI).
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