La berlina d’Oriente

Alla fine degli anni ‘80 il costruttore Sud Coreano Daewoo avviò contatti con il carrozziere italiano Bertone per la realizzazione di una berlina di segmento D, che inaugurasse il nuovo corso stilistico e di prodotto del marchio. Tra le varie proposte fornite dal designer nostrano, vi era anche il progetto scartato della nuova Citroen Xantia e, fu proprio quest’ultimo, ad attirare l’attenzione dei vertici Daewoo, che acconsentirono a proseguirne lo sviluppo. Lo styling venne affinato da Nuccio Bertone assieme ai suoi tecnici e, il corpo vettura finale, risultò essere equilibrato e al passo con i tempi, dotato anche di un’ottima aerodinamica, con un CX di soli 0,29. Per quanto riguarda la meccanica, gli ingegneri coreani, utilizzarono la piattaforma J a trazione anteriore della General Motors, già adottata anche per la Opel Ascona/Vauxhall Cavalier, a cui vennero apportate delle modifiche, inserendo all’anteriore sospensioni indipendenti di tipo MacPerson.  Di derivazione Opel, ma prodotto dalla Holden in Australia, il motore quattro cilindri a benzina 16 valvole di 2000 CC e 100 CV, che equipaggiava la vettura al momento del lancio. Le trasmissioni disponibili erano due, un cambio manuale a cinque rapporti o automatico a quattro. Si aggiunse in seguito anche un propulsore sempre quattro cilindri da 1500 CC.

Nell’Agosto 1990 la nuova Daewoo Espero fece il suo debutto, e la produzione iniziò nello stabilimento coreano di Bupyeong. I primi modelli differivano, rispetto alla versione che arrivò in seguito sul mercato Europeo, per il diverso disegno dei gruppi ottici posteriori e per l’assenza del logo Daewoo sulla calandra. Nel 1993 debuttò il primo facelift, che interessò prevalentemente il posteriore, con nuovi gruppi ottici, e il logo Daewoo a sfondo nero che copriva la serratura del portellone. Anche il frontale beneficiò di piccole modifiche, tra cui l’introduzione del marchio. Gli interni ricevettero migliorie, che però non ne snaturarono il design, dall’aspetto datato, che rimase pressoché immutato per tutta la produzione del modello. In occasione del terzo restyling, presentato nel 1994, venne introdotto un nuovo motore 1800 CC. Fu rivisto anche lo stile, con nuovi specchietti retrovisori di dimensioni maggiori ed il nuovo logo Daewoo. A livello tecnico la taratura delle sospensioni venne rivista, in modo da adeguare la vettura all’esportazione in nuovi mercati, quali l’Europa e l’America Latina.

Nel 1995 la casa coreana entrò nel mercato Europeo con due modelli,  la Espero (chiamata in alcuni mercati Aranos) e la Nexia, derivata dalla Opel Kadett E, di cui adottava molti componenti e lamierati. Sebbene fosse un costruttore “nuovo”, riscosse sin da subito un discreto successo, e la Espero, grazie al prezzo competitivo in relazione all’equipaggiamento, che prevedeva di serie l’ Airbag lato guida e l’ABS, accessori tutt’altro che scontati per l’epoca, oltre a dimensioni generose in grado di offrire sufficiente spazio per bagagli e occupanti, riuscì a ritagliarsi un suo spazio nell’affollato mercato automobilistico del vecchio continente.  Per quanto riguarda le motorizzazioni era disponibile il 1800 CC da 95 CV, anche a doppia alimentazione Benzina/GPL, o in alternativa, al top di gamma, il 2000 da 105 CV.

A seguito dell’acquisizione da parte di Daewoo, della casa automobilistica polacca FSO, la produzione della Espero, a partire dal 1997 iniziò anche in Europa, continuando fino alla sua uscita dai listini, avvenuta nel 1999, quando lasciò il testimone alla più moderna Leganza. Sebbene rimanga una vettura senza particolari innovazioni, ormai scomparsa dalle strade, anche per via di alcuni problemi di affidabilità che la affliggevano, a cui si sommavano le difficoltà nel reperire pezzi di ricambio, la Espero fu un modello molto importante per la Daewoo, poiché contribuì ad avviarla verso una scalata alle vendite che toccò l’apice nel 1998, grazie alla Matiz, modello anch’esso derivato da un altro progetto scartato, questa volta dalla Fiat.

Per ciò che concerne il marchio coreano, nonostante la sua espansione, entrò in crisi nel 2000, venendo assorbito dalla GM, che lo utilizzò fino al 2005, sostituendolo poi con quello Chevrolet, ad eccezione del mercato interno, dove Daewoo rimase attiva fino al 2011, divenendo poi GM Korea, e adottando, anche in questo caso, il marchio americano, che ne sancì la definitiva scomparsa dal settore automobilistico.

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