La capostipite

La Primula può essere considerata l’inizio, la prima volta per il Gruppo Fiat nel campo della trazione anteriore abbinata ad un motore in posizione trasversale, facendo da capostipite a numerosi modelli di successo che si susseguiranno nella storia della casa italiana. Malgrado spesso non venga ricordata, questa vettura, proposta con carrozzeria berlina e coupé e prodotta solo per 6 anni, rappresenta un punto di svolta per la casa italiana, che ruppe, dopo anni, il divieto di produrre vetture a trazione anteriore. Questo fatto era da attribuire ad un incidente, avvenuto negli anni ’30, che coinvolse il senatore Gianni Agnelli, proprio sul prototipo sperimentale della prima auto “tutta avanti”. Molto tempo dopo però, grazie alla tenacia di Dante Giacosa e al supporto di Oreste Lardone, quest’ultimo licenziato dopo il primo esperimento ed in seguito riassunto, i vertici si convinsero ad aprire la strada al progetto, codice interno 109. Tuttavia, nonostante il parere positivo, il preconcetto verso la trazione anteriore lasciò il marchio Fiat fuori dai giochi ancora per anni, spostando l’attenzione sull’Autobianchi.

La Primula venne sviluppata su un nuovo telaio, quindi può essere considerata la prima vera auto del marchio di Desio, in quanto non aveva nessuna parte in comune con gli altri modelli del gruppo, ad eccezione di alcune parti meccaniche come il propulsore della Fiat 1100 D da 49 CV. Per quanto concerne le sospensioni invece, all’avantreno erano indipendenti con schema MacPherson, mentre al posteriore ad assale rigido e, le conferivano, un’eccezionale tenuta di strada. Dal punto di vista del design la nuova Autobianchi aveva linee sobrie ed austere, caratterizzate al posteriore da due piccole pinne, molto in voga all’epoca. Era proposta sia in configurazione berlina che coupé; la prima poteva essere ordinata a 2 e 4 porte, senza portellone o, a 3 e 5, con portellone che inglobava anche il lunotto, rendendola molto più pratica e dandole anche un tocco fast back. Diverso il discorso della versione Coupé, che presentava un design più sportivo, sopratutto al posteriore, con tetto inclinato e sfuggente, ma sprovvisto di portellone.

Nel 1968, a seguito di un aggiornamento, furono adottati motori più prestazionali: dal 1197 CC da 65 CV della Fiat 124 (Primula 65 C) disponibile per la berlina, al  1438 CC da 75 CV della 124 Special che equipaggiava il modello coupé. Anche gli interni furono oggetto di modifiche, così come l’esterno, che presentava una nuova mascherina frontale. La versione coupé, ribattezzata Coupé S, ricevette modifiche più importanti, soprattutto al posteriore, completamente ridisegnato e caratterizzato dall’assenza di pinne; modifiche che la resero meno riuscita ed apprezzata rispetto alla prima versione. La produzione della Primula andò avanti fino al 1970, lasciando spazio al modello A111, che già da qualche tempo l’aveva affiancata.

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