Un Americano a Le Mans

Fin dalla giovinezza, il fascino delle corse, ha avvolto la personalità di Briggs Swift Cunningham II e, in questa passione ha sicuramente avuto un ruolo fondamentale suo zio, Ashton Heyl, proprietario di una Dodge elaborata con motore aeronautico Hispano-Suiza, sulla quale i due improvvisavano spesso gare di velocità. Tuttavia Mr. C, come veniva affettuosamente chiamato dai suoi amici, non era solamente un ragazzo appassionato di corse ma, era anche una persona facoltosa che, grazie alla cospicua disponibilità monetaria, inseguì il sogno di prender parte a competizioni nautiche ed automobilistiche, raccogliendo anche numerose vittorie.

Soffermandoci sulla sua attività in campo automobilistico, egli partecipò a molte gare utilizzando vetture a marchio Osca, Ferrari, Abarth, Jaguar e anche Cadillac. Il suo sogno era quello vincere la corsa di Le Mans con auto e piloti americani e, ci aveva già provato nel 1950, con una vettura basata su meccanica Cadillac e dotata di carrozzeria aerodinamica, che fece subito parlare di sé, venendo soprannominata Cadillac “Le Monstre”, per via delle sue dimensioni imponenti. Sempre quell’anno, Cunningham decise di iniziare la produzione di auto progettate e costruite dalla sua azienda, nacquero così la Cunningham C-1, a cui seguirono, la C-2R del 1951, la C-4R/C-4RK del 1952, la C-5R del 1953 e la C-6R del 1955.

Tra le vetture più significative di questo marchio americano, sicuramente sconosciuto ai più,  troviamo la C-3 Continental del 1953, proposta in versione coupè e cabrio. Venne prodotta in 25 esemplari ad oggi tutti esistenti, necessari per poter ottenere l’omologazione alla corsa di Le Mans, e rimase l’unico modello della Cunningham ad essere venduto al pubblico. La nuova vettura era sviluppata sul pianale del modello C-2, e mossa da un propulsore Chrysler Fire Power Hemi V8 da 5400 CC e 220 Cv, che le permetteva di raggiungere oltre 200 Km/h di velocità massima. Per quanto riguarda la carrozzeria, questa veniva prodotta dalla Vignale di Torino. Lo stile era opera di Giovanni Michelotti, già artefice della Ferrari 212, alla quale la nuova C-3 si ispirava in maniera evidente, pur conservando una sua spiccata personalità. Anche gli interni erano molto curati, atipici per una vettura da corsa, poiché caratterizzati da finiture lussuose, con un quadro strumenti dai quadranti circolari eleganti e sportivi. Tuttavia la C-3 Continental, nonostante fosse una delle vetture americane più belle del suo periodo, non ebbe successo commerciale e, questo è da attribuirsi sicuramente, al prezzo di listino che variava da 9.000 a 15.000 Dollari, cifre elevatissime per l’epoca, se si pensa che una Cadillac full optional si aggirava intorno a  3.000/4.000 Dollari. Il prezzo così elevato era dovuto ad una linea di produzione articolata in due continenti differenti, infatti il telaio veniva prodotto a West Palm Beach in  Florida, mentre la carrozzeria arrivava dall’ Italia e veniva poi spedita in America, per l’assemblaggio finale. Tutto ciò quindi comportava dei costi di realizzazione più elevati rispetto agli altri costruttori, oltre a tempi di costruzione più lunghi.

La produzione andò avanti fino al 1955, dopodiché Cunningham abbandonò l’idea di costruire auto, ma non rinunciò al circuito delle corse, proseguendo la sua attività agonistica fino al 1965, quando all’età di 58 anni, decise di ritirarsi definitivamente. In seguito si dedicò alla realizzazione del Cunningham Museum, in California, dove si potevano ammirare le sue auto, assieme ad altre appartenenti alla sua collezione. I locali rimasero aperto fino al 1986, dopodiché tutte le auto vennero vendute a Miles Collier Jr., ed entrarono a far parte del Collier Museum, che a sua volta oggi fa parte del Revsinstitute. 

Briggs Cunningham, ormai lontano dalle corse e dai riflettori, si spense diciassette anni dopo, nel 2003, all’età di 96 anni. Recentemente è stato pubblicato, un libro sulla sua vita, intitolato Cunningham: the passion, the cars, the legacy a cura di Richard Harman. Anche il conduttore e comico televisivo statunitense Jay Leno, che ha recentemente ultimato il restauro della sua C-3 Continental, ha dedicato a Cunningham una puntata del Jay Leno’s Garage e, ciò è a riprova che Briggs continua a vivere attraverso le sue auto e le sue imprese agonistiche, rimaste di diritto nella storia dell’automobilismo.

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