L’auto dei due mondi – Part. 1

Progettare un auto, per due mercati completamente diversi: questo era l’obbiettivo del progetto “C2” avviato da Chrysler nella prima metà degli anni 70. La vettura definitiva, per il mercato europeo, venne presentata nel 1977 e, il suo nome, era Horizon. La vettura era compatta, con una lunghezza di 3,96 m e, il suo compito era quello di affiancare, per poi sostituire, la Simca 1100. La Horizon aveva una linea moderna, ma sobria, come a rimarcare il ruolo di auto tranquilla adatta alla famiglia. Adottava uno schema a trazione anteriore e sospensioni indipendenti, abbinato a motori Simca montati in posizione trasversale, partendo dal piccolo quattro cilindri 1100 CC da 60 CV, per arrivare a cilindrate maggiori quali, il 1294 CC da 68 CV e il 1442 CC da 83 CV.

Venne prodotta dal 1977 al 1978 con il marchio Chrysler-Simca e successivamente, dopo l’acquisizione della divisione europea del marchio americano da parte del gruppo PSA, con il glorioso marchio Talbot, rispolverato per l’occasione,  ma che fu tutt’altro che una scelta azzeccata (Clicca QUI). Nel 1979, la Horizon fu eletta Auto dell’Anno, ma non riuscì a mantenere vendite soddisfacenti, dopo il passaggio al “nuovo” brand. Nel 1982 la gamma motori si ampliò con un nuovo 1592 CC da 90 CV e un Diesel, di derivazione Peugeot tipo XUD, da 1905 CC e 65 CV.

Nel 1983, nel tentativo di risollevare le vendite, vennero effettuati alcuni aggiornamenti stilistici, concentrati soprattutto nella parte posteriore dove venne ridisegnato il portellone, per aumentare lo spazio nel vano bagagli. Nonostante la bontà del progetto, la Horizon non vide mai un erede, uscendo definitivamente dai listini nel 1986. Lo spazio lasciato da quest’ultima, fu colmato dalla nuova Peugeot 309 e, la scelta fu dettata dal fatto che i vertici PSA avevano deciso di non investire più nel marchio Talbot e nel rinnovamento della sua gamma. Nonostante non sia stata un vero e proprio successo commerciale, la Horizon, rimane un tassello importante dell’avventura europea della casa di Detroit.

Altra storia, invece, quella delle derivate Horizon per mercato Americano, di cui parleremo nel prossimo articolo.

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